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Al mio fianco sulla via della santità

In montagna occorre stare attenti alla segnaletica. Può succedere infatti che lungo il percorso si presentino dei bivi e la scelta di uno di essi determini il nostro arrivo in vetta. Nella quotidianità c'è una vetta che desidero raggiungere ed è la felicità.  Per essere felici occorre puntare alla santità e se la cartina per raggiungerla è esplicita nel Vangelo, per le strade della vita è indispensabile una segnaletica umana: il sacerdote.  I sacerdoti sono trasparenza di Gesù, ci conducono e camminano con noi.  Talvolta pretendiamo dai sacerdoti di essere animatori, dirigenti, amministratori, imprenditori… Ciò che dobbiamo chiedere è che essi siano per noi la stella che porta i Re Magi alla capanna, il suono delle campane a festa che ci chiamano alla mensa della vita.  Non dobbiamo esigere sacerdoti che esaudiscono i nostri desideri, ma pregare perché siano sacerdoti santi.  Ho visto Gesù trasparire in sacerdoti che ho incontrato per i bivi della mia vita.  Con loro ogni giorno scopro che sapore ha essere amata da Dio.

Al mare... pensieri in libertà

Costa rocciosa

Una mattina presto di metà giugno. Cammino senza fretta lungo la riva del mare. La sabbia della spiaggia deserta è ancora bagnata perché la notte è piovuto. Fa quasi freddo. Il mare, leggermente mosso, infrange rumorosamente le sue onde sulla riva lambendomi i piedi stordendomi tutta con il loro fragore fino ad isolarmi da ciò che mi circonda. Il colore dell'acqua è grigio, striato da toni più chiari, scuri, indefiniti… e dal bianco schiumare delle onde che si rompono. Il cielo coperto lascia a tratti intravedere il sole che lotta per dissolvere, bucare la spessa foschia che lo vela; la striscia luminosa rosata che si scorge all'orizzonte lascia ben sperare. Ma volgendo lo sguardo sopra le colline che diradano verso la costa, incombono cumuli di nubi nerastre e minacciose. Volutamente le ignoro lasciandomi attrarre dai primi vittoriosi raggi di sole che fanno sfavillare la superficie del mare. La robusta brezza che soffia da nord, mi spinge dietro le spalle togliendo fatica al mio camminare, ora più spedito, donando sensazione di leggerezza a tutto il mio corpo. Catturata dall'abbondanza di luci, colori, profumi, suoni nel silenzio, mi fondo in essi: è il riposo della mente e del cuore ! Prima pieni di altro (sia questo un assaggio di quella pace che il Signore promette a chi desidera essergli amico ?).
Si fa tardi, torno sui miei passi.
Osservo vicino alla riva un gabbiano stranamente solitario che si lascia cullare, sollevare dalle onde; si alza in volo ed è semplicemente eleganza ed armonia che si staglia in cielo; ma uno sgradevole e acuto gracidare rompe l'incanto di quella immagine: come può nella medesima creatura coesistere tanta bellezza e stridore ? Ma, a pensarci bene, non coabitano anche nel cuore dell'uomo il buono e il cattivo e ogni genere di sentimenti e desideri radicalmente contrastanti tra loro ? A pensarci meglio però il gabbiano è, e rimarrà sempre schiavo della sua natura, mentre l'uomo può nutrire e accogliere la fondata speranza di una liberazione che Qualcuno gli ha conquistata per sempre!
Il sole ha vinto. La spiaggia si sta, poco a poco, animando. Sosto davanti ad un barcone da pesca da poco rientrato dopo una notte al largo. I pescatori, svuotate le reti dal pesce, le stanno ripulendo dalle incrostazioni di piccoli crostacei e conchiglie battendole ritmicamente su un ceppo con grossi martelli di legno. Le donne smistato il pesce e riposto il buono in grosse bacinelle, sono al lavoro per venderlo ai primi acquirenti. Dietro, seminascosto, seduto su una cassetta capovolta, un pescatore; la stanchezza della notte gli segna il viso, con gli occhi persi nel vuoto, addenta lentamente un panino. Questa scena mi porta spontaneamente a ricordare quelle più volte descritte nei Vangeli : Gesù e il mare, la pesca e i pescatori… nella sostanza, a parte i motori sulle barche, poco nulla è cambiato ! La fatica da sempre accompagna l'uomo, ma Gesù non abbandona mai l'uomo che fatica con Lui!
Riprendo il cammino. Il calore del sole, ormai alto, viene attenuato dalla brezza che ora mi investe difronte. Numerosi extracomunitari espongono le loro merci su rudimentali banchi, attorniati dai molti vacanzieri in passeggiata convinti, dopo lunghe trattative sui prezzi, di aver fatto buoni affari. Incrocio giovani coppie, mamme, nonne con bambini piccoli che mi tagliano la strada con i loro passetti traballanti, ragazzi che giocano al pallone, bagnanti podisti anche con cane al seguito, signore impegnate in liberanti conversazioni...
Gli ombrelloni, uno dietro l'altro, si sono aperti.
Il grande teatro della vita in spiaggia è iniziato ed anch'io entro a farne parte. Teatro che spesso è teatro in maschera, leggero e superficiale, ma che può anche essere teatro di sano riposo e divertimento, di servizio e di vere relazioni. A noi la scelta.

Parlando d’Africa

Savana

Evocando l’Africa, si pensa subito alle miseria, alla guerra, alla fame. Alla malattia… Purtroppo, le situazioni che stanno succedendo in Africa danno ragione a coloro che pensano così. E vero che ci sono tante situazioni di violenza, di guerra di malattia… in Africa, ma ci sono anche tante belle cose di cui non si parla mai.
Oggi tutti gli occhi sono puntati su Centrafrica, un paese dell’Africa Centrale, ricco d’oro di diamante, uranio, di legno…, un paese come tanti altri paesi africani, che ha tutto per il suo sviluppo economico e sociale, ma che è classificato tra i più poveri del mondo.
Posso dire in genere che l’Africa è malata dei suoi figli. Infatti, coloro che hanno la responsabilità di governare questi paesi pensano più alla loro pancia che allo sviluppo dei paesi. Il problema in Centrafrica è prima di tutto quello. Molti sono coloro che credono che la guerra in Centrafrica è una guerra di religione cioè una guerra tra i cristiani e i musulmani. Al mio parere, non è vero. Sono i politici prepotenti che manipolano le popolazioni che vivevano insieme di millenni ad arrivare a odiarsi e a massacrarsi.
Qualche anni fa, il presidente de la repubblica Centrafricana Ange Félix Patasse non arrivava a rispondere ai bisogni del suo popolo. Un capo dell’esercito di nome Bozize, con l’aiuto del governo ciadiano, ha iniziato una ribellione e ha preso il potere. Cadendo nei stessi errori del suo predecessore, una nuova ribellione è nata, sempre con l’aiuto dei ciadiani in maggioranza musulmani, e ha preso il potere favorendo una frangia della popolazione e purtroppo questa frangia favorita appartiene a una religione. Un tale fatto provoca frustrazione, e, dalla frustrazione alla guerra, c’è soltanto un passo. I politici prepotenti usano dunque la sensibilità religiosa della gente per arrivare ai loro scopi. Introducono questa violenza diabolica in mezzo alla popolazione per regolare i loro conti. Sia l’islam, sia il cristianismo, sia ebraismo…, tutti insegnano la pace, ad coltivarla in proprio cuore e attorno a se. Infatti, i vescovi, i capi musulmani, i pastori protestanti lavorano insieme per la pace. Si vede che la guerra in Centrafrica è il fatto di creare il disordine per dominare e continuare a mantenere la più grande parte della popolazione nella miseria. La guerra in Centrafrica è anche il fatto della manipolazione della gioventù senza lavoro e chi è pronta a fare qualsiasi cosa per sopravvivere e a chi si fa credere che la fonte della sua miseria è i altri. Non possiamo passare sotto silenzio il ruolo delle multinazionali che nell’ombra agiscono per attivare la violenza e così approfittano illegalmente delle risorse del paese.
“Essere cristiani come sappiamo, significa di non essere mai contro qualcuno” Credo che fosse la stessa cosa nelle altre religioni. L’ignoranza della propria religione è più pericolosa che una bomba. La guerra in Centrafrica è una guerra degli interessi, non delle religioni.

 

Siria, così la guerra cancella un paese

Da sei mesi 18 mila siriani sono intrappolati senza cibo e medicine, divorandosi l’erba e persino i topi per sopravvivere.
Yarmouk, chiamato anche “il campo di concentramento del terzo millennio”, è completamente rasa al suolo, ed esplodono con regolarità i mortai delle milizie.
Questa è l’ultima tragedia palestinese tra i sostenitori di Bashar Assad, le milizie del Fronte popolare di Ahmed Jibril, e i gruppi ribelli jihadisti: Yarmouk è chiamato campo profughi ma è una vera città, fondata alla fine degli anni 50 dove vivevano fino tre anni fa 200 mila siriani.
Una folla di siriani con gli occhi bassi e i volti emaciati sono usciti ultimamente dall’assedio per ricevere i primi aiuti dell’ Unrwa, l’agenzia dell’Onu.
Tuttavia questo è stato soltanto un gesto vano di speranza poiché da Yarmouk non entra ne’ esce più nessuno (comunicano i capi dei ribelli). Inoltre ad aggravare la situazione sono i dati: il 75% della popolazione vive in povertà, il 50% è in miseria, il 20% è letteralmente alla fame.
E’ una guerra che si traduce in aiuti economici e militari: 240 milioni di euro sono stati versati dai russi a Damasco.
La guerra è un business impietoso sulla pelle dei siriani.
Infatti fanno affari contrabbandieri, ufficiali del regime e tutti coloro che con il fucile in pugno impongono la propria legge e i loro prezzi sull’importazione di beni (grano, farina, medicine).
I ribelli incassano si dice, mezzo milione di dollari al giorno.
Ma davanti alla porta di Yarmouk la guerra siriana non fa calcoli, solo vittime.
Quanti moriranno ancora a causa della guerra e per la fame?

Editoriale Settembre '14

I nostri figli sono il dono bello che il nostro amore ha generato, il dono bello che ci costa la vita per donar loro la gioia di comprendere il senso di questa vita. Educare è l'impegno più arduo che ci sia. E' molto più facile delegare e, criticare il mal fatto è ancor più semplice. L'invito, è un urgenza, è prendere sul serio questa situazione e aiutarci ad accompagnare la vita perché cresca come è Bene. Non posso pensare di fare da solo. Non posso nemmeno cercare di oppormi a queste onde di confusione che si stanno infrangendo contro la nostra odierna realtà.

Da uomo di Dio dico che la strada da percorrere c'è ed è la Via della Misericordia. Invocare il Per-Dono su di noi... cercare la pacificazione interna... imparare a sentirsi Amati... lasciarsi plasmare dalla Volontà di Dio... tutto questo mi aiuta a diventare persona di dialogo, capace di lasciarsi trasformare, capace di trasformare tutto in Bene. Questo lavoro fatto con Gesù e per Gesù, ci dona di non appartenere ad alcuna fantasia umana, ma ad un Progetto capace di creare ponti dove i baratri sembravano insuperabili. Insieme a Gesù i colori riprendono a splendere. Insieme a Gesù la Luce entra e le realtà buie riprendono la loro forma. Insieme a Gesù non vivo più la solitudine. Insieme a Gesù ogni persona diventa mia sorella, mio fratello. Insieme a Gesù vincerò anche la paura della morte, perché questa si trasformerà in porta che si apre al Paradiso. Solo insieme a Gesù la nostra vita vive per sempre. Venite tutti da Gesù! Lui solo ci dona la Vera Felicità. Quando saremo in cammino, potremo testimoniare ai nostri figli la Vera Felicità, perché doneremo a loro il Bene più prezioso: Gesù! (è questa la vera eredità che possiamo donare ai nostri figli). Insieme in questa ricerca per donare a tutti la Vera Felicità!