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Un modo diverso di comunicare

"Ci sono cose che non possono essere comprate" era lo slogan di una nota pubblicità, e una di queste cose è trovare nella cassetta della posta così affollata di bollette, altre raccomandate e pubblicità una lettera da un amico o da un parente che abita lontano da noi.
Recenti studi confermano che la scrittura a mano ha di per sé ottimi effetti sul comportamento psicofisico del nostro corpo, inoltre se si scrive ad una persona che ci vuole bene e alla quale ricambiamo l'affetto, questa abitudine può trasformare la nostra quotidianità.
In una società sempre di corsa, con l'avvento digitale dopo il quale non si conosce più cosa sia l'aspettare, dato che online si può e si deve avere tutto e subito, ogni notizia deve arrivare in tempo reale e così anche i messaggi; scrivere lettere e aspettare la risposta potrebbe aiutarci a capire il vero valore del tempo, capendo che non si può avere tutto e subito.
In fondo, se si stava meglio quando si stava peggio, dal punto di vista tecnologico quando si stava peggio si scrivevano lettere, e si stava psicologicamente meglio; e quindi perché non provare?

La Valpantena la cominsia

La Valpantena la cominsia on po’ larghetta,
e dopo, on poco alla olta, la se fa stretta stretta.

Quando, da Poian se va a Grezzana,
subito, se presenta on bel panorama,
se vede tutti montesei con le contrè,
ah… che belle che iè!

De notte, quando sulle strade ghe onpissà le lucette,
da distante, le par tutte lanternette.

L'è na val tanto industrializzà,
e no la ghe somea par niente a quella dè do generassion fa,
parchee ghera tanti campi e prà,

ghera le vacche da pascolar,
el fen e anca el reguso da segar e restrellar,
da vendemmiar e dopo mostar
ben onsomma, par tutti, no ghera mia da maiar,
e allora, tanti, iè stè costretti a emigrar!

I nasea, on Francia, on Germania, on le dò Americhe e parfin on Australia,
e quella, l'è proprio dall'altra parte dell'Italia...
I ghe mettea tanti dì par arrivar,
parché, con la barca i ghea tutto el mar da traersar,
par quella, l'era on bel tribular a no capirse mia a parlar!

Finio la seconda guerra mondiale, tutti, le maneghe i sa tirà su,
e anca, i guardaa on su,
par domandarghe al Signor quala l'era la strada meio da tor!

El Signor l’à sentio e capio, e la Valpantena,
che, de gente intelligente l'è piena,
l’à cominssià a costruir , e tutti, no i ghea mia i fondi par partir,
e allora, è intervegnuo le banche par sborsar le palanche...

E, mese dopo mese, anno dopo anno, la val la sa trasformà,
parchee, dè case e fabbriche ghe n'è a sassietà!
Ghe capanoni de piti e galline,
e Veronesi el ghe procura el mangime,
ghe segherie dè marmo e granito, par far pavimenti e rivestimenti,
scalini e zoccolini...
l'è on laoro goadagnà e ghe ol tanto fià!
Ma la prima segheria, dai Bellori dè Lugo l'è partìa,
el se ciamaa Riccardo Dal Corso e de soranome Bibi, el sò sognar,
l'era quel, de crear posti par laorar...

Ghè quei che fà le tagliablocchi, quei che fà i dischi, ma no da cantar, ma par segar,
e ricavar dai blocchi le mattonelle,
e quei che fa le lustre parchè le sia piassè belle!

Quei che fa le casse de legno e de ferro, par tutto ben combinar,
e anca i cassoni par mettere la roba da scartar...

Ghe macellerie, pizzerie, pasticcerie, farmacie.

E ALLORA....

VIVA.... VIVA... LA VALPANTENA, che la fa anca el vin bon,
e l'è proprio quel che ghe vol, par mandar zò el boccon!


Maria una voce che scrive

La rivoluzione digitale

E' sufficiente prendere l'autobus per capire quanto gli strumenti tecnologici siano entrati nella vita quotidiana di tutti. Basta guardarsi un po' intorno per vedere che ognuno, senza distinzione d'età, ha in mano o il cellulare, o un lettore musicale, o un computer portatile, oppure un e-book, uno speciale oggetto elettronico con cui si possono leggere i libri senza bisogno della copia cartacea.
I vantaggi dell'uso degli strumenti digitali, dal computer al telefonino, all'iPod, sono davanti agli occhi di tutti. Infatti, se una volta per comunicare con qualcuno si doveva scrivere una lettera, spedirla, e poi aspettare la risposta, ora basta un messaggio sul cellulare o una mail e istantaneamente si “parla” con la controparte, in tempo reale.
Ancora, se una volta per avere un certificato bisognava recarsi di persona all'ufficio pubblico, fare la fila, compilare moduli su moduli e attendere i lunghi tempi burocratici, ora con un click sul portale di Internet il certificato viene recapitato nel giro di poco tempo nella propria casella di posta elettronica.
D'altro canto però, come tutte le rivoluzioni, anche quella digitale presenta alcuni inconvenienti: per esempio, quell'immensa riserva di informazioni di qualunque tipo che è internet, può diventare anche una fonte di informazioni che non sempre sono veritiere. In essa sono poi presenti siti di tutti i tipi, che possono diventare una distrazione o addirittura un vizio per coloro che cadono nella trappola della dipendenza dalla realtà virtuale.
Al giorno d'oggi, poi, è abbastanza frequente che nascano amicizie “virtuali” in rete (specialmente sui vari social network che in questo momento impazzano sul web, uno su tutti Facebook) che sembrano colmare la solitudine della gente. Invece non si tratta altro, in alcuni casi, di un'illusione. Sono infatti amicizie fondate su menzogne, su false identità che, una volta trasferite nella vita reale, si dissolvono proprio come la neve al sole, forse per la mancanza di una vera relazione, fatta di incontri autentici, con parole e sguardi.
Capita anche che i giovani si fidanzino con un messaggio sul telefono cellulare e che poi, dopo poco tempo, si lascino nella stessa maniera: un gelido sms senza spiegazioni né affetto.
Le conclusioni sono lampanti: la tecnologia ha di sicuro facilitato la vita a molti, nello stesso tempo però ha anche fatto sparire quella consuetudine del parlarsi faccia a faccia, sia per dirsi “ti amo”, sia per risolvere i problemi.
La tecnologia in sé non è né del tutto un vantaggio, né uno svantaggio. È compito di ognuno utilizzarla in modo corretto e “positivo”.

Rifletto e prego

Padre è il titolo che conviene a Dio


Padre Nostro:
"a Te solo posso dire Abbà, Padre e chiederti di chinarti su di me piccola e povera".


Che sei nei cieli:
l'armonia del creato mi parla di Te e mi invita ad aspirare a cose ancora più belle, ancora più grandi, mi invita ad essere pronta per godere della Gerusalemme celeste.


Sia santificato il Tuo nome:
metti nel mio cuore il desiderio di imitare Te, così che io possa in punta di piedi far scoprire a chi mi sta vicino il Tuo amore e la Tua presenza. Questo accadrà se riuscirò ad abbandonare la persona vecchia che è in me per costruire una persona nuova che ama, loda, e serve il Signore.


Venga il Tuo regno:
"Regno di pace e di giustizia, regno di vita è verità". Tu amico dell'uomo donami di essere coerente nella sequela di Te sulla strada che porta al Tuo Regno.


Sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra:
non vorrei perdermi d'animo, perciò Ti invoco, perché Tu mi conceda la capacità di accettare sempre e comunque la Tua volontà, e nei momenti duri abbracciami con il Tuo Spirito per darmi la forza di credere a queste parole.


Dacci oggi il nostro pane quotidiano:
Signore Gesù ti prego donami il pane dell'amore, il pane dell'umiltà, il pane della vita; e quando sarò pronta con il corpo e con lo spirito davanti a Te nell'Eucarestia, accendi in me il desiderio di riceverti nell'umiltà della mia anima. Nell'Eucarestia Dio è con me: Fa o Signore che la Tua luce penetri nel profondo della mia coscienza.


Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione:
Gesù conosce i miei turbamenti, le mie colpe, e quando tutto sembra oscurità riaccende in me con la luce della fede la speranza, che piano piano, mi accompagna ad un autentica conversione.
"Mio Buon Gesù concedimi di sentire nostalgia della mia veste Battesimale per rinnovare così il mio spirito con il sacramento della Riconciliazione".


Ma liberami dal male:
anche nel labirinto della sofferenza (fisica, morale, spirituale) dove la mia aridità di cuore mi allontana da Te sento la Tua voce che mi dice: "Vieni a me tu che sei affaticata ed oppressa e io ti ristorerò".
Tu che sei il Padre di tutti fammi capire che aprendo il mio cuore all'amore e al perdono riuscirò a vedere e capire i grandi e piccoli segni che Tu metti sulla mia strada, tutti segni del Tuo grande amore di Padre.

La preghiera

Una notte, un poeta in una remota terra del Grande Impero, un po' per la sua solita insonnia e un po' per un'improvvisa ispirazione che lo aveva preso, si mise a comporre versi che, secondo il nostro notturno intellettuale, sarebbero rimasti immortali, scolpiti nella pietra a lettere d'oro nell'immensa reggia dell'Imperatore.
Non era nemmeno a metà del primo verso del suo capolavoro quando, nell'affanno che l'animosa trepidazione infondeva alle sue mani, spense l'unica candela che rischiarava il tavolo su cui era curvo. L'uomo si fermò, e benché questo incidente involontario fosse un ostacolo alla sua immaginazione, non si alterò. Ma alzatosi vagò tastando all'intorno nella sua piccola casa, finchè arrivò nell'altra stanza dove la figlia, gli occhi chiusi, il respiro profondo, dormiva beatamente alla luce della lucerna. Sentendosi fortunato, si precipitò di nuovo sul suo scrittoio tenendo in mano la lucerna come fosse un trofeo. Non era ancora arrivato nel suo studio che la fiammella, per una sua disattenzione (dovuta alla foga di tornare sul suo lavoro), si spense. L'uomo, ora lievemente irritato, si spostò a tentoni nel buio fino in cucina, speranzoso. Ma il focolare era ormai spento e in mezzo alla cenere non c'erano più braci. Pieno della sua rabbia ed esausto per questa disavventura, andò a letto, non accorgendosi che, sedendosi presso la pergola del suo giardino o anche solo aprendo la finestra; avrebbe potuto poetare al chiarore di una bella luna piena. Prima di addormentarsi promise a sé stesso che l'indomani avrebbe finito il poema così bruscamente interrotto. Il giorno seguente, l'ispirazione, fugace come il tempo che passa, non lo assistette a dovere e il suo poemetto non fu mai pubblicato. Chi ha orecchie per intendere...
"Pregare è aprire, nella trama del tempo, delle finestre su Dio".


Ermes Ronchi


"In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine"
Tb 4, 18-19a