La preghiera
Una notte, un poeta in una remota terra del Grande Impero, un po' per la sua solita insonnia e un po' per un'improvvisa ispirazione che lo aveva preso, si mise a comporre versi che, secondo il nostro notturno intellettuale, sarebbero rimasti immortali, scolpiti nella pietra a lettere d'oro nell'immensa reggia dell'Imperatore.
Non era nemmeno a metà del primo verso del suo capolavoro quando, nell'affanno che l'animosa trepidazione infondeva alle sue mani, spense l'unica candela che rischiarava il tavolo su cui era curvo. L'uomo si fermò, e benché questo incidente involontario fosse un ostacolo alla sua immaginazione, non si alterò. Ma alzatosi vagò tastando all'intorno nella sua piccola casa, finchè arrivò nell'altra stanza dove la figlia, gli occhi chiusi, il respiro profondo, dormiva beatamente alla luce della lucerna. Sentendosi fortunato, si precipitò di nuovo sul suo scrittoio tenendo in mano la lucerna come fosse un trofeo. Non era ancora arrivato nel suo studio che la fiammella, per una sua disattenzione (dovuta alla foga di tornare sul suo lavoro), si spense. L'uomo, ora lievemente irritato, si spostò a tentoni nel buio fino in cucina, speranzoso. Ma il focolare era ormai spento e in mezzo alla cenere non c'erano più braci. Pieno della sua rabbia ed esausto per questa disavventura, andò a letto, non accorgendosi che, sedendosi presso la pergola del suo giardino o anche solo aprendo la finestra; avrebbe potuto poetare al chiarore di una bella luna piena. Prima di addormentarsi promise a sé stesso che l'indomani avrebbe finito il poema così bruscamente interrotto. Il giorno seguente, l'ispirazione, fugace come il tempo che passa, non lo assistette a dovere e il suo poemetto non fu mai pubblicato. Chi ha orecchie per intendere...
"Pregare è aprire, nella trama del tempo, delle finestre su Dio".
Ermes Ronchi
"In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine"
Tb 4, 18-19a