Al mare... pensieri in libertà

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Una mattina presto di metà giugno. Cammino senza fretta lungo la riva del mare. La sabbia della spiaggia deserta è ancora bagnata perché la notte è piovuto. Fa quasi freddo. Il mare, leggermente mosso, infrange rumorosamente le sue onde sulla riva lambendomi i piedi stordendomi tutta con il loro fragore fino ad isolarmi da ciò che mi circonda. Il colore dell'acqua è grigio, striato da toni più chiari, scuri, indefiniti… e dal bianco schiumare delle onde che si rompono. Il cielo coperto lascia a tratti intravedere il sole che lotta per dissolvere, bucare la spessa foschia che lo vela; la striscia luminosa rosata che si scorge all'orizzonte lascia ben sperare. Ma volgendo lo sguardo sopra le colline che diradano verso la costa, incombono cumuli di nubi nerastre e minacciose. Volutamente le ignoro lasciandomi attrarre dai primi vittoriosi raggi di sole che fanno sfavillare la superficie del mare. La robusta brezza che soffia da nord, mi spinge dietro le spalle togliendo fatica al mio camminare, ora più spedito, donando sensazione di leggerezza a tutto il mio corpo. Catturata dall'abbondanza di luci, colori, profumi, suoni nel silenzio, mi fondo in essi: è il riposo della mente e del cuore ! Prima pieni di altro (sia questo un assaggio di quella pace che il Signore promette a chi desidera essergli amico ?).
Si fa tardi, torno sui miei passi.
Osservo vicino alla riva un gabbiano stranamente solitario che si lascia cullare, sollevare dalle onde; si alza in volo ed è semplicemente eleganza ed armonia che si staglia in cielo; ma uno sgradevole e acuto gracidare rompe l'incanto di quella immagine: come può nella medesima creatura coesistere tanta bellezza e stridore ? Ma, a pensarci bene, non coabitano anche nel cuore dell'uomo il buono e il cattivo e ogni genere di sentimenti e desideri radicalmente contrastanti tra loro ? A pensarci meglio però il gabbiano è, e rimarrà sempre schiavo della sua natura, mentre l'uomo può nutrire e accogliere la fondata speranza di una liberazione che Qualcuno gli ha conquistata per sempre!
Il sole ha vinto. La spiaggia si sta, poco a poco, animando. Sosto davanti ad un barcone da pesca da poco rientrato dopo una notte al largo. I pescatori, svuotate le reti dal pesce, le stanno ripulendo dalle incrostazioni di piccoli crostacei e conchiglie battendole ritmicamente su un ceppo con grossi martelli di legno. Le donne smistato il pesce e riposto il buono in grosse bacinelle, sono al lavoro per venderlo ai primi acquirenti. Dietro, seminascosto, seduto su una cassetta capovolta, un pescatore; la stanchezza della notte gli segna il viso, con gli occhi persi nel vuoto, addenta lentamente un panino. Questa scena mi porta spontaneamente a ricordare quelle più volte descritte nei Vangeli : Gesù e il mare, la pesca e i pescatori… nella sostanza, a parte i motori sulle barche, poco nulla è cambiato ! La fatica da sempre accompagna l'uomo, ma Gesù non abbandona mai l'uomo che fatica con Lui!
Riprendo il cammino. Il calore del sole, ormai alto, viene attenuato dalla brezza che ora mi investe difronte. Numerosi extracomunitari espongono le loro merci su rudimentali banchi, attorniati dai molti vacanzieri in passeggiata convinti, dopo lunghe trattative sui prezzi, di aver fatto buoni affari. Incrocio giovani coppie, mamme, nonne con bambini piccoli che mi tagliano la strada con i loro passetti traballanti, ragazzi che giocano al pallone, bagnanti podisti anche con cane al seguito, signore impegnate in liberanti conversazioni...
Gli ombrelloni, uno dietro l'altro, si sono aperti.
Il grande teatro della vita in spiaggia è iniziato ed anch'io entro a farne parte. Teatro che spesso è teatro in maschera, leggero e superficiale, ma che può anche essere teatro di sano riposo e divertimento, di servizio e di vere relazioni. A noi la scelta.